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Tutto su di noi senza di noi sempre fra voi

22 novembre 2010

La mozione presentata in Consiglio Regionale della Sardegna che proponeva il ripristino di 25 milioni di euro per i progetti personalizzati (L.162/98), discussa ieri in consiglio, ha dato luogo ad un confronto parziale perché orientato quasi esclusivamente sul taglio allo stanziamento di bilancio trascurando i tagli che vengono operati attraverso la valutazione effettuata con la scheda “salute” e la scheda “sociale”.
La delibera della Giunta Regionale si articola a tenaglia con due azioni: taglio generale di 25 milioni e ridefinizione/restrizione dei criteri di attribuzione dei punteggi accompagnato dalle “riduzioni” derivanti dalla situazione reddituale.
Questa operazione “interna ai progetti” da luogo ad un taglio che si aggira al 15% circa. Questo vuol dire un taglio/risparmio di circa 14 milioni.
Se i precedenti 91,5 milioni programmati non fossero sufficienti, una graduatoria si assumerà il compito di dare lo stop ai finanziamenti per i progetti per questa via esclusi.
L’immotivata e odiosa discriminazione ai malcapitati ultra65enni completa la valigetta dei bisturi utilizzati per effettuare tagli e sforbiciate persino a coloro che hanno il torto di recarsi a fruire di prestazioni di fisioterapia o delle ore di permesso lavorativo previste dalla legge 104/92.
Di tutto questo nel dibattito consiliare e nel documento unanimemente approvato non si è parlato e non pare si intenda intervenire per i progetti presentati per l’annualità 2011.
Se è vero che verranno ripristinati i 25 milioni (a discapito dei fondi per le povertà, secondo l’Assessore Liori), viene naturale domandarsi:
A chi andranno le risorse reperite?
Se le valutazioni permangono, (cioè i tagli interni) chi usufruirà dei 25 milioni?
Il documento finale prevede, fra l’altro, che vengano definiti criteri che saranno discussi e approvati dalla commissione consiliare competente.
Quando? Sarà fatto in tempi utili per i progetti personalizzati dell’annualità 2011?
La ristrettezza dei tempi appare davvero proibitiva e tuttavia non perdiamo le speranze perché ciò si verifichi.
Con quali organizzazioni sociali delle persone con disabilità saranno discussi i criteri di valutazione per i finanziamenti erogabili? Si vuol procedere senza un coinvolgimento delle associazioni?
A noi diretti interessati una simile scelta appare un’estromissione discriminatoria e opzione istituzionalistica, funzionale ad un controllo centralistico dei progetti e quindi dei diretti interessati.
Da qui, l’urgenza che l’assemblea convochi e ascolti le associazioni dei disabili prima di definire le proposte per la valutazione da parte della Commissione Consiliare Regionale.
In questa fase alla FISH-Sardegna interessa riproporre:


1. Eliminare immediatamente la compilazione burocratica della scheda della “salute”;
2. Eliminare il criterio sui 65 anni e introdurre il criterio dell’età limitatamente ai casi di non autosufficienza o allettamento permanente;
3. Eliminare la valutazione delle prestazioni di fisioterapia perché trattasi di prestazione sanitaria che per fruirne la persona deve essere accompagnata da un familiare o da un accompagnatore;
4. Ridurre le percentuali applicate ed elevare a 12 mila euro il tetto al di sotto del quale non deve essere prevista la riduzione o la compartecipazione;
5. Formulare le graduatorie solo e soltanto sul grado di disabilità adottando il criterio del contesto locale e familiare come correttivo di finanziamento;
6. Eliminare la dichiarazione dell’atto di notorietà per le indennità di accompagnamento, assegni mensili di frequenza o simili che sono esenti da reddito.

Ci paiono queste le modifiche che non interrompono il processo di predisposizione dei progetti personalizzati per l’anno 2011 e che consentono il coerente utilizzo dell’aumento dello stanziamento superando drammi facilmente immaginabili.
Infine, per gli anni successivi, occorre sottolineare che i criteri non vanno discussi prima di aver reimpostato culturalmente, socialmente e programmaticamente la nuova definizione dei progetti personalizzati.
Non servono ulteriori adempimenti medici ma una valutazione multi professionale del bisogno e delle prestazioni appropriate con finanziamento congruo. Serve una maggiore partecipazione alla progettazione con maggiore responsabilizzazione dei Comuni ripercorrendo il modello del programma “Ritornare a casa”. Occorre procedere ad una netta distinzione tra disabilità e non autosufficienza distinguendola per tipologia di prestazioni e linea di finanziamento mantenendo il modello dei progetti personalizzati e armonizzandoli con le altre prestazioni analoghe erogate dai comuni che vanno debitamente finanziati. Su questi temi e scelte ci proponiamo per il confronto e la condivisione e perciò chiediamo la ricostituzione della commissione assessoriale composta dalle associazioni, dagli enti e dalle organizzazioni operanti nel settore.
Sarebbe scelta poco lungimirante richiudere la discussione fra istituzioni e organismi escludendo i destinatari e le esperienze acquisite in questi anni.
 

Cagliari, 19 novembre 2010

Il presidente FISH Sardegna onlus
Alfio Desogus
 

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