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L’accesso autonomo alla conoscenza: percorso strategico per acquisire competenze per l’inserimento in agricoltura.

20 giugno 2016

Porsi il tema del lavoro agricolo comporta avere presente il tema della qualità del cibo e quindi delle modalità di produzione. Ciò vale in generale ma vale in modo particolare per la Sardegna che vanta un’antica e qualificata produzione di alimenti quali i pani e i formaggi davvero unici al mondo. Eppure questo tema coniugato al lavoro delle persone con disabilità ha avuto finora in Sardegna scarsa attenzione perché erroneamente non ritenuti capaci di acquisire e sedimentare le conoscenze ovvero diventare depositari dei saperi coniugati ai sapori.
Con la legge approvata nel 2015 (L.141) questo falso mito viene superato e prevale un nuovo orientamento verso nuovi processi di inclusione ed una lungimirante iniziativa in campo produttivo per l’inserimento anche in agricoltura sociale.
Accesso e disponibilità degli strumenti della conoscenza, inserimento lavorativo e imprenditoria sociale sono i tre temi che trovano adeguata collocazione nella legge e che vengono ripresi e rilanciate con specifica iniziativa da progetto Il Pentalibro attuato, con il sostegno della Fondazione CON IL SUD, da un partenariato di associazioni di persone con svantaggio sociale.
Con questo progetto in altre iniziative precedenti si è affrontato il benefìci derivante dall’accesso al libro universale e la libera creatività, tra la conoscenza e il sentire comune dei sardi, tra l’informazione e le caratteristiche del paesaggio sardo, tra la conoscenza storica dei fatti drammatici della discriminazione delle persone con disabilità e, ancora, tra l’apprendimento e l’educazione continua per particolari disabilità come l’autismo.
Ora poniamo al centro la conoscenza e il lavoro come occasione di cittadinanza attiva e di ruolo positivo e protagonista. Con la legge sull’agricoltura sociale si stabilisce un nuovo ruolo per le imprese sociali e l’impiego delle persone con difficoltà.
Viene promosso e incentivato il nuovo ruolo delle imprese agricole che potranno esercitare in maniera efficace attività dirette alla cura delle persone svantaggiate e dei minori attraverso mezzi e strumenti normalmente utilizzati nella produzione agricola (es. fattorie didattiche, agri asilo, inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, ippoterapia etc…).
Vengono definite le attività di agricoltura sociale: l’inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e di lavoratori svantaggiati, di persone svantaggiate e di minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e di sostegno sociale; prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali attraverso l’uso di risorse materiali e immateriali dell’agricoltura; prestazioni e servizi terapeutici anche attraverso l'ausilio di animali e la coltivazione delle piante; iniziative di educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità animale, anche attraverso l'organizzazione di fattorie sociali e didattiche.
Il felice connubio tra prodotto alimentare, lavorazione e imprenditoria costituiscono una grande occasione di emancipazione delle persone svantaggiate ma al contempo costituisce una sfida sul fronte della professionalità. Infatti sia se si scelga di produrre in modo cooperativistico o alle dipendenze di imprese private, occorre una grande preparazione tecnica e un aggiornamento continuo, anche scientifico, sulle metodologie e sulle tecniche di coltivazione che necessariamente comportano una buona conoscenza. Ecco perché l’accesso autonomo alle nuove conoscenze e alle nuove tecniche oppure alla caratterizzazione dei prodotti e dei mercati ci si dovrà avvalere di informazioni e studi. In una parola l’accessibilità alla conoscenza diventa fatto necessario e qualificante. Un’ottima risposta che potrà soddisfare le aspettative produttive dell’imprenditore agricolo.
Sulla base di queste considerazioni il prossimo 27 giugno in un territorio trai più fertili della Sardegna viene organizzato, partendo dal libro “Educarci all’agricoltura sociale” di Alfonso Pascale, un approfondito confronto seminariale finalizzata all’esame di possibili iniziative che innanzitutto puntino alla predisposizione e approvazione della legge regionale di recepimento e che si ponga dell’individuazione dei percorsi per dare occasione occupazionale a cittadini oggi esclusi dalle attività produttive.
A questo appuntamento parteciperemo spronati e forti di un’esperienza condotta sull’altipiano della Giara e che ha impegnato per diversi anni giovani con disagio mentale nell’organizzazione di percorsi naturalistici, piccolo allevamento e organizzazione di mercatini settimanali per la vendita dei prodotti agricoli. Esperienza entusiasmante e proficua che oggi può essere svolta continuativamente e con buone prospettive di autosufficienza imprenditoriale.
Per quanti si sono impegnati in un’esperienza tanto gratificante è arrivato il momento di intraprendere nuove esperienze che sono destinate ad affermare un’ampia partecipazione e inclusione andando oltre le limitazioni e le difficoltà personali.


Cagliari, 13 giugno 2016


Alfio Desogus
Coordinatore del progetto Il Pentalibro

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