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FISH-Sardegna "Proposte e linee di azione per una rete dei servizi in Sardegna 2014-2019"

3 febbraio 2014

Proposte e linee di azione per una rete dei servizi in Sardegna 2014-2019
Considerazioni preliminari generali
Le nostre proposte per rilanciare la qualità sociale in Sardegna

 

La campagna elettorale per l’elezione del presidente della regione e per l’elezione del Consiglio Regionale è in pieno svolgimento. Oltre 1540 candidati per la massima istituzione democratica sarda e ben sei candidati per la presidenza. Un vero e proprio esercito se si tiene conto che la Sardegna ha una popolazione di circa un milione di abitanti e un elettorato di circa un milione. Naturalmente non azzardiamo cifre sulla disaffezione al voto dato il progressivo distacco fra politica e cittadini, la morsa della crisi occupativa e produttiva che non accenna a fermarsi. Questi tre grandi ingredienti della realtà sarda si annuvolano sulla discussione politica ed elettorale che si sviluppa tra proposte e accuse reciproche sulle responsabilità e sulle soluzioni o i programmi da adottare e da intraprendere.
Come sempre è accaduto in questi frangenti e discussioni elettorali (e non solo), e quando si verificano situazioni di contrasto fra le forze partitiche presenti in Sardegna o nei periodi di crisi come quella attuale, le tematiche che scivolano in secondo piano o che vengono accantonate sono proprio le politiche sociali e culturali, erroneamente considerate settori riservati a tempi di buona economia e di agiatezza. In tempi di difficoltà bisogna risparmiare se non ridurre drasticamente le spese e pertanto le politiche sociali e culturali sono uno dei campi prescelti per la contrazione della spesa pubblica. Insomma, la vecchia concezione del primato delle risorse produttive, con il conseguente sostegno finanziario, portano immancabilmente alla compressione degli investimenti o degli stanziamenti a favore del capitale umano. Il vecchio economicismo prevale su tutto perché, secondo altrettante vecchie convinzioni, è l’unica via verso l’occupazione e l’aumento del prodotto interno lordo il mai discusso indicatore dello stato di salute economica di una nazione.
Essendo, come organizzazioni di persone con disabilità, direttamente interessati alle scelte politiche-programmatiche, abbiamo effettuato un rapido esame delle proposte e dei programmi dei diversi candidati al governatorato della regione ed abbiamo potuto constatare che alle politiche sociali viene riservata pochissima attenzione. Poche righe, spesso generiche e per certi aspetti persino ideologiche.
Ma a ben riflettere sulla scarsa attenzione dei vari programmi alle politiche sociali si rileva un ritardo culturale che continua a determinare la debolezza e la giusta considerazione dei servizi sociali in generale.
Le politiche sociali continuano ad essere politiche aggiuntive ma soprattutto sono concepite come intervento riparatore e quindi subalterno ai servizi sanitari, separato dai servizi socio-educativi, dai servizi socio-lavorativi. Tale separatezza viene aumentata e acuita dal pulviscolo di diversi organismi locali e territoriali che rendono obiettivamente difficile il rapporto tra cittadino e rete dei servizi.
Da queste considerazione nasce l’esigenza di attivare su base programmatoria interventi per favorire la qualità sociale, la qualità della vita, una rete unitaria dei servizi accessibili, partecipati e dotati delle professionalità per erogare servizi integrati e appropriati.

Le proposte
Programmazione e partecipazione
Sul piano del governo per la prossima legislatura regionale sarda appare importante come atto fondamentale la ripresa del metodo della programmazione e della partecipazione.
Da questo punto di vista è urgente procedere alla costituzione della commissione assessoriale per la programmazione dei servizi integrati alla persona (l. 23/05) che preveda la presenza delle federazioni sarde delle persone con disabilità.
È innanzitutto Importante procedere all’elaborazione e all’approvazione del piano regionale dei servizi integrati e dei servizi educativi, di pari passo al prossimo piano sanitario regionale.
Per promuovere la partecipazione e creare momenti e luoghi per il confronto la FISH-Sardegna onlus intende rivendicare la costituzione del comitato misto consultivo utenti e medici da attivare in ogni ASL così come prevede la l.502/92. Appare inoltre decisivo far coincidere i plus con i distretti sanitari e scolastici al fine di una semplificazione istituzionale e una migliore integrazione fra istituzioni territoriali, servizi e strutture coinvolte nel campo delle disabilità.
All’interno di questo processo di semplificazione e programmazione si deve prevedere l’attivazione di centri territoriali per la prevenzione, per l’abilitazione e la riabilitazione nonché i servizi di consulenza e orientamento alla famiglia.
In particolare occorre organizzare ed erogare prestazioni per la diagnosi precoce, di medicina scolastica, di riabilitazione fisica, sensoriale e sociale.


Centri Territoriali per la riabilitazione
Alla luce delle tendenze demografiche, tra cui emerge l’invecchiamento della popolazione e la diffusione crescente di disabilità fisiche e cognitive, si pone l’esigenza di procedere a un piano di interventi per il potenziamento delle prestazioni di riabilitazione, che dovranno essere accessibili e disponibili nel territorio. Emblematico e' il caso della presa in carico delle persone con sclerosi multipla, la cui condizione richiede prestazioni riabilitative, psicologiche e sociali. Il piano di riabilitazione specifica per la sclerosi multipla dovrà avere carattere territoriale e dovrà essere imperniato sull’attivazione di centri operanti nelle 8 ASL (Azienda Sanitaria Locale).
Tali centri dovranno essere caratterizzati per l’extra-ospedalità, con la presenza di figure che assicurino le multi professionalità svolgendo un ruolo di raccordo tra territorio (distretto socio-sanitario) e medicina riabilitativa .
Le prestazioni erogate dai centri territoriali di riabilitazione dovranno avere carattere personalizzato e l’equipe multi professionale dovrà operare anche in modalità itinerante.


1. Partecipazione.
Costituzione della consulta regionale sulla disabilità per la quale esiste da 5 anni la legge tuttora inattuata. (da due anni giace nell’apposito ufficio di giunta regionale l’ipotesi di modifica del regolamento a seguito delle modifiche legislative adottate nel luglio 2011.
La FISH-Sardegna onlus richiede con forza alla Giunta e al Consiglio regionale della Sardegna la definizione e l’approvazione delle modifiche nel nuovo regolamento così da convocare nell’autunno del 2014 la conferenza regionale sulle disabilità per l’elezione e la costituzione della Consulta regionale sulle disabilità.
2. Revisione delle politiche sui progetti personalizzati, sulla base del documento debitamente articolato e già presentato alla Giunta Regionale Sardegna.
In proposito richiamiamo:
a) superare la metodologia delle deliberazioni annuali e passare ad una programmazione triennale (linee guida);
b) decentrare il programma dei progetti personalizzati nel territorio responsabilizzando i Comuni:
c) organizzare le Uvt ( Unità Valutativa Territoriale ) operanti a livello di distretto socio-sanitario;
d) procedere alla distinzione-precisazione tra non autosufficienza e disabilità, partendo dal bisogno le aspettative personali e non sulla patologia o sull’età.
3. Approvazione legge regionale sulla dislessìa.
Occorre approvare una legge regionale specifica, partendo dalle due proposte di legge depositate da tempo in Consiglio Regionale e In proposito bisogna riaprire le audizioni delle organizzazioni interessate, come FISH-Sardegna onlus e Fand Sardegna, per ampliare i contributi e le proposte. Occorre infatti tenere conto che le due proposte si differenziano notevolmente perché una si orienta verso l’aspetto educativo e sociale mentre la seconda accentua l’aspetto sanitario.
4. Approvazione della legge regionale sull’autismo.
La proposta di legge presentata nei mesi scorsi in Consiglio regionale Sardegna nasce anche con la partecipazione di Autismo Sardegna che si è avvalsa del contributo culturale della Federazione. La proposta legislativa, previa consultazione delle associazioni per l’Autismo, deve trovare risposte sia nell’approvazione nei prossimi mesi autunnali che nella definizione di provvedimenti mirati verso la costituzione di centri territoriali e di finanziamenti alle scuole frequentate da allievi con autismo.
5. Programma Scuola Digitale.
L’analisi e le riflessioni già avanzate con precedenti documenti impongono che si proceda al rapido reperimento da parte della Giunta regionale Sardegna delle risorse finanziarie per la dotazione di ausili e programmi adeguati per garantire l’integrazione e la pari opportunità agli studenti delle scuole sarde così da superare l’attuale discriminazione dovuta all’inaccessibilità delle lavagne interattive multimediali e dei tablet.
6. Lavoro.
a) Recepimento da parte degli enti pubblici, a partire dalla Regione Autonoma Sardegna, delle disposizioni della legge 68/99 sul diritto al lavoro dei disabili. Occorre inoltre programmare una indagine periodica sull’effettivo rispetto della legge 68/99 nel settore pubblico e privato in Sardegna.
b) Incremento delle risorse finanziarie per l’attivazione di tirocini formativi rivolti ai giovani sardi con disabilità. Attualmente la Regione Sardegna non mette a disposizione risorse dalle entrate proprie ma gestisce solo quelle risorse provenienti dallo Stato nazionale a valere sulla l.68/99.
c) occorre che l’Agenzia regionale del lavoro apporti modifiche per i contributi ai programmi per la partecipazione all’alta formazione e all’alta specializzazione, tenendo conto che bisogna prevedere una riserva di progetti da finanziare e che occorre rivisitare l’entità del contributo alla luce del fatto che lo studente disabile deve sostenere maggiori spese derivante dalla sua condizione personale.
7. Modifica al programma della psichiatria per gli ex-detenuti psichiatrici provenienti dagli OPG della penisola. A seguito della deliberazione della Giunta regionale, con la quale si è avviato un servizio nel comune di Ploaghe, vengono riproposte le considerazioni e le proposte, avanzate nello specifico documento di FISH-Sardegna onlus, per evitare il ricrearsi di minimanicomi e andare all’attivazione delle case famiglia territoriali.
Si rimanda per l’ulteriore analisi anche alla recente interrogazione in consiglio regionale.
8. Recepimento in Sardegna del regolamento ISEE, di prossima adozione nazionale, per l’accesso e la fruizione dei servizi sociali e dei servizi socio-sanitari erogati alle persone con disabilità grave. L’accesso ai servizi va disciplinato facendo una distinzione preliminare tra servizi socio-sanitari alla persona e servizi sociali a valenza generale. La previsione della gratuità va prevista per i servizi socio-sanitari rivolti alla persona, mentre per i servizi sociali a valenza generale si dovrà fare riferimento al reddito familiare, prevedendo soglie sostenibili al di sopra delle quali si può prevedere la compartecipazione

9. Mobilità.
a) In Sardegna permane una pesante difficoltà per le persone con disabilità nell’accesso alle infrastrutture e agli uffici pubblici. Non esiste un programma regionale che progressivamente porti all’abbattimento delle barriere architettoniche. Analoga esigenza si pone per la fruizione dei bus e i trasporti ferroviari. In questa direzione vanno promossi e finanziati progetti specifici che consentono lo spostamento nelle città e nel territorio regionale, nelle stazioni ferroviarie e nelle strutture sportive.
b) L’assessorato regionale competente dovrà disciplinare e fornire, anche attraverso servizi decentrati nel territorio regionale, l’emissione del tesserino onnicomprensivo per i trasporti a carico della Regione o degli enti locali della Sardegna.
Infatti attualmente per fruire nei diversi servizi di trasporto, si deve optare in modo alternativo fra bus metropolitani e servizi arst.
c) Incentivare nei diversi comuni della Sardegna l’approntamento degli stalli per consentire la riserva di parcheggi e la fornitura del contrassegno unico europeo.

 

 

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