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Detassare le borse lavoro per i giovani disabili

14 settembre 2010

(Tratto da superando.it del 13/09/2010)

Tra poche settimane, in Sardegna, prenderanno avvio le attività dei POR (piani operativi Regionali) denominati Ad Altiora, finanziati dal Fondo Sociale Europeo e destinati all’inserimento lavorativo delle persone con disagio mentale. La FISH-Sardegna ha partecipato attivamente alla predisposizione dei partenariati territoriali e all’elaborazione dei progetti. Ben tre progetti per le aree interne della Sardegna vedono la nostra federazione protagonista nell’animare le attività preliminari che dovranno coinvolgere complessivamente 20 giovani con disagio mentale nell’acquisizione di conoscenze e competenze per organizzare attività agricole di allevamento e di recupero di mestieri legati al mondo della pastorizia, del piccolo allevamento e di percorsi ambientali per le escursioni didattiche.
In uno di questi progetti è previsto il recupero di terreni incontaminati, abbandonati, ricchi di essenze arboree autoctone e con presenza del cavallino sardo (S’Akkettu). È previsto inoltre il recupero di mestieri antichi, il recupero della cucina e dei sapori degli alimenti pastorali, il recupero dei saperi, finalizzati al reinserimento di giovani in difficoltà formati da operatori agricoli oggi rari. I giovani saranno sostenuti da esperti, guidati da apposite equipe professionali e accompagnati da iniziative degli enti locali che si battono tenacemente per frenare l’emorragia dello spopolamento delle campagne rilanciandone l’utilizzo produttivo.
Progetto ambizioso, innervato dalla cultura Fish, fondata sulla valorizzazione della persona con disabilità come risorsa sociale, che intende, attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche, creare opportunità di lavoro e occupazione produttiva. Come si vede si tratta di un progetto sperimentale e innovativo da replicare in altri territori della Sardegna che dovranno costituire, tra l’altro, per la Fish-Sardegna momento di incontro fecondo e proficuo finalizzato a far lievitare una nuova cultura attraverso le buone prassi.
Al progetto partecipano l’ASL (Azienda Sanitaria Locale) che ha proceduto all’individuazione dei gruppi dei giovani; partecipa Laore (Agenzia Agricola Regionale Sarda), 5 Comuni, la Comunità il Seme (coop. Di tipoB), 2 Ce.SIL (Centri Inserimento Lavorativo) e l’ente di formazione ENAP.
Per partecipare alle attività progettuali, ai giovani viene riconosciuta una borsa di 500 euro mensili per sostenere le spese e la partecipazione alle attività formative e laboratoriali.
Quando, però, si è passati all’attuazione pratica seguendo il vademecum e i regolamenti europei, abbiamo dovuto constatare che l’assegno mensile della borsa è da assoggettare al 20% di IRPEF.
Non rassegnandoci a ottemperare tale disposizione abbiamo condotto una ricerca sulla normativa da cui risulta confermata l’esistenza della tassazione perché la borsa lavoro è considerata come reddito.
Nelle disposizioni ritrovate (vedere allegato) vi sono una serie di casi (assegni o borse di studio, borse regionali di ricerca e di alta formazione, borse di ricerca Universitaria e, in particolare borse per il recupero e il reinserimento di persone colpite da condanne penali.
Non è nostra intenzione mettere in discussione queste esenzioni. Tutte giuste e tutte appropriate e tuttavia ci poniamo l’interrogativo se l’esperienza che andiamo conducendo con questi giovani in situazione di disagio mentale non meriti uguale attenzione per riconoscerne l’esentasse.
Anche nel caso dei progetti Ad Altiora, infatti, siamo in presenza di formazione, di recupero e di inserimento sociale. Diventa difficile ritenere che le borse lavoro che dovremo erogare siano configurabili come reddito perché sono simili alla diaria che ricevono i corsisti della formazione professionale oppure alle indennità di frequenza. Non esiste, infatti, un rapporto di lavoro temporaneo o a tempo determinato bensì si prevede la semplice partecipazione ad attività di tirocinio formativo da sempre anche questo sostenuto da una diaria non tassata.
Da tanti anni combattiamo per assicurare un lavoro alle persone con disabilità ma diverse resistenze ed ostacoli anche culturali negano un diritto fondamentale per la piena cittadinanza. Nel nostro caso, però, non ci troviamo di fronte all’attivazione di un rapporto di lavoro dipendente ma a percorsi innovativi che, se gli esiti saranno positivi, potranno portare ad un lavoro autonomo e indipendente .
Non ci sono resistenze dei datori di lavoro; non ci sono selezioni o mancate attitudini al mansionario lavorativo; non c’è una questione di professionalità né di oneri sociali; non ci sono problemi di produttività. C’è solo un problema di volontà dei nostri governanti nel modificare una disposizione vetusta e discriminatoria.
Noi ci batteremo per questo piccolo ma grande obiettivo che rappresenta un semplice fatto di buon senso e di giustizia. Perciò chiediamo a coloro che condividono la nostra rivendicazione di farne occasione di impegno e di condivisione sociale perché si raggiunga un’altra conquista di cittadinanza.
 

Alfio Desogus
Presidente Fish-Sardegna onlus
 

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