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Handicap - Successo formativo e inclusione sociale

22 luglio 2015

 Nella seconda decade di luglio, tempo di diplomi, maturità e lauree, in diversi giornali sono apparse notizie e articoli sul conseguimento della laurea di un giovane sardo con handicap grave.
Le notizie si sono rincorse e, per dare maggiore rilevanza al fatto, si è pensato di effettuare il filmato delle immagini sui comportamenti del giovane documentando le modalità operative e il livello di autonomia che gli ha consentito di raggiungere un lusinghiero successo personale.
Il fatto, piuttosto ghiotto per una certa cultura giornalistica fondata sulla morbosa curiosità, è stato spettacolarizzato, fatto oggetto di interventi e opinioni che meritano una riflessione approfondita.
Siamo in presenza del conseguimento della laurea di un giovane che, avvalendosi delle altre funzioni compensative, ha superato, avvalendosi di dispositivi informatici, le limitazioni che rendevano notevolmente difficoltoso lo studio e le abilità comunicative.
Il nuovo successo nell’alta formazione raggiunto da un giovane con disabilità dimostra che la normalità è possibile e che non è fatta da eroi ma dalla motivazione e dall’impegno personale di tanti ragazzi, spesso in anonimato, sostenuti da una rete di servizi.
È la dimostrazione che una disabilità è solo una condizione parziale limitante che può essere superata.
È, per altro verso, la riprova che la costruzione della normalità o meglio dell’autonomia personale abbisogna solo e soltanto di incoraggiamento e di interventi coordinati e integrati.
Fatti come questi, per fortuna sempre più numerosi, sono perciò il risultati di interventi di rete e pertanto non attribuibili a specifici provvedimenti.
Il successo di Luca è frutto di prestazioni scolastiche, post-scolastiche, di educatori scolastici, educatori informatici, dei servizi universitari e dell’affetto familiare.
Rende un cattivo servizio informativo e culturale chi semplicisticamente identifica la disabilità con la persona e quindi attribuisce il raggiungimento delle conquiste del giovane Luca alla preminenza della legge 162/98 quale panacea delle limitazioni individuali. L’evidente forzatura mette in subordine il concorso di prestazioni di diversi settori decisivi ed enfatizza strumentalmente la 162 che nei fatti non è altro che una definizione nominalistica distorcente persino nell’opinione pubblica.
Infatti la “162” (espressione del pensiero corto o sintetico) non mette a disposizione da anni finanziamenti o contributi. I progetti personalizzati (espressione concettuale corretta e piena di significati) in Sardegna sono finanziati dalla sola Regione Sarda e integrati con cifre poco significative dal Fondo nazionale annuale per la Non Autosufficienza.
Impegnarsi proficuamente nell’attivazione dei servizi appropriati, diffusi nel territorio e nelle istituzioni non solo educative e formative, richiede il superamento di uno stigma negativo, inconscio quanto subdolo, che perdura in gran parte del senso comune .
Infatti a ben vedere la notizia del successo di Luca trasfigura una verità, difficile da veicolare culturalmente nell'opinione pubblica, secondo cui una limitazione o una difficoltà funzionale non comporta altre disfunzioni che invece rispettano la piena normalità.
La disabilità non è la persona e pertanto altre funzioni della persona possono concorrere a superare stati di difficoltà. Ciò diventa più agevole se le istituzioni operano sinergicamente in modo moderno, appropriato e coerente.
I nostri eroi sono tanti e ogni giorno devono sfidare se stessi per dimostrare che possono essere normali ossia non intendono far notizia per i passanti, i distratti e i benpensanti.

Ci auguriamo che nel prossimo futuro si possa registrare una sequenza di lauree o di altri successi formativi di giovani con disabilità e allora chiederemo che ogni giorno la stampa dia notizia di questi risultati.
Ma forse chiediamo troppo perché saremo dentro la normalità e non nell’eccezionalità.
Sulla vicenda del ragazzo sardo, restano infine da valutare le affermazioni su autonomia e indipendenza della comunicazione, considerato che le immagini del video allegato alla notizia sembrano realmente confutare tali aspetti fondamentali.
Infatti, non sfugge nemmeno ad un occhio profano come durante la sessione di laurea ripresa vengano utilizzate tecniche (dette di “comunicazione facilitata”, già dichiarata false dalla comunità scientifica ad esempio nei casi di autismo) che paiono manipolare o sostituire le intenzionalità comunicative del ragazzo con le azioni proprie dell’assistente, nella scrittura dei testi di laurea.Nelle immagini, infatti, appare evidente come la scritta sulla tastiera sia completamente guidata dalla mano dell'assistente mentre il ragazzo ha lo sguardo pressoché costantemente rivolto altrove. Se così fosse si tratterebbe di una inqualificabile spettacolarizzazione, ai danni prima di tutto del giovane studente, ma anche della famiglia, alla commissione di laurea, e a tutte le persone con disabilità, che si troverebbero a subire, ancora una volta, una inaccettabile strumentalizzazione denigratoria della dignità umana.

Cagliari, 22 luglio 2015

Le associazioni di Fish-Sardegna onlus, Alfio Desogus
Associazione Autismo Sardegna, Graziano Masia
Associazione Peter Pan, Marco Granata

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